RAI3: AMBIENTE ITALIA, FERRERO E LA SUA TERRA

Il valore della terra. Ad esempio quella delle Langhe albesi, quelle della “Malora” di Beppe Fenoglio, che nella visione industriale di Michele Ferrero, recentemente scomparso, era diventata il motore di una produzione capace di invadere tutti i continenti. Un’esperienza industriale e umana eccezionale, forse irripetibile. Ad “Ambiente Italia”, il settimanale verde della Tgr, curato e condotto da Beppe Rovera, in onda sabato 21 febbraio alle 12.55 su Rai3, il ricordo dell’imprenditore schivo e riservato attraverso le voci, i volti, i silenzi e gli applausi dentro e fuori il Duomo di Alba che, nel giorno delle esequie, hanno testimoniato concretezza, innovazione, internazionalità, rispetto dei luoghi e delle persone. In studio, Giuseppe Berta, storico dell’industria e docente all’Università Bocconi di Milano, analizza le prospettive economiche del Paese. Un Paese che nell’isola della Maddalena, in Sardegna, vede crescere il degrado delle strutture dell’ex arsenale militare che avrebbero dovuto ospitare il G8 poi svolto a L’Aquila. C’erano grandi progetti e promesse, l’illusione di un polo turistico di lusso capace di risollevare l’economia non solo della zona. E invece, battaglie legali, scandali, rimpalli tra Stato e Regione. E una popolazione sfiduciata che continua ad aspettare. In sommario, anche realtà positive e di speranza. C’è, infatti, un fronte di amministratori, comitati, università che al consumo sfrenato di suolo oppone progetti di riuso e riqualificazione, abbattendo capannoni in zone di pregio come il Monferrato, da poco entrato nell’elenco dei patrimoni Unesco. Segnali interessanti giungono, anche, da Parma dove Bocconi e Fondazioni Barilla hanno appena premiato idee innovative, in particolare sul fronte della nutrizione, con l’obiettivo di sostenere economicamente le start up che consentiranno a molti giovani di concretizzare i loro sogni. Ospiti della trasmissione i ragazzi del liceo Soleri di Saluzzo (Cuneo), autori di progetti nel campo della sostenibilità scolastica; e Paolo Mitton, regista del film “The Repairman”, nelle sale italiane in questi giorni, che racconta la ricerca della felicità attraverso una vita “lenta”, in cui riparare è più importante di acquistare: una filosofia non solo di nuova economia, ma anche esistenziale. Mitton, laureato in ingegneria delle telecomunicazioni al Politecnico di Torino, vive a Londra dove prima di diventare regista e autore ha lavorato nel settore degli effetti speciali, da Troy a La fabbrica di cioccolato, fino a Harry Potter.