Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Italicum-oggi-primi-voti-a-scrutinio-segreto-Alta-tensione-ma-il-governo-non-ricorre-alla-fiducia-20f10d2c-c43c-4c3d-9291-65b3947d6f8d.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Riforma della legge elettorale

Italicum, oggi primi voti a scrutinio segreto. Alta tensione, ma il governo non ricorre alla fiducia

A Montecitorio deputati chiamati a esprimersi sulle pregiudiziali. Sarà la prima occasione per valutare il numero di franchi tiratori. Ieri nervi tesi fra maggioranza e opposizione e all'interno del Pd

Condividi
Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi (LaPresse/Fabio Cimaglia)
Roma
L'Italicum alla prova dell’Aula di Montecitorio: oggi sono in programma le prime votazioni, che riguarderanno le otto pregiudiziali di costituzionalità e di merito presentate dalle opposizioni. Su tre di queste il voto sarà segreto: sarà la prima occasione per valutare il numero dei franchi tiratori. Il governo ha deciso di non porre per ora la fiducia, ma la tensione nel Pd resta alta, con Matteo Renzi che ha accusato la minoranza di voler frenare le riforme e Gianni Cuperlo che ha respinto le sue parole definendole “offensive” e “false”. Intanto, l'Aula di Montecitorio ha iniziato in tarda mattinata, l'esame delle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalla Lega Nord e da Forza Italia, sul dl election day che riguarda le prossime elezioni amministraztive e regionali fissate per domenica 31 maggio.  
 
Prime schermaglie in Aula
Ieri alla Camera si è svolta la discussione generale sulla riforma della legge elettorale, alla quale ha partecipato solo qualche decina di deputati. Gli interventi dei rappresentanti di Forza Italia, così come quelli degli esponenti delle varie minoranze del Partito Democratico hanno sottolineato la richiesta principale: modifiche che spostino il premio di maggioranza dalla lista alla coalizione o, almeno, che si preveda l'apparentamento tra liste al secondo turno. Nella replica il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha però chiuso ogni spiraglio, definendo l'Italicum "un buon compromesso" e accusando Forza Italia di incoerenza.
 
Primi scrutini segreti dopo mezzogiorno
Si giunge così alle prime votazioni, per le quali tutti i deputati del Pd ieri sono stati precettati via sms: non sono ammesse assenze. I voti a scrutinio segreto dovrebbero tenersi dopo mezzogiorno. Dopo giorni di dibattito, il governo ha deciso che almeno su questi tre scrutini segreti non porrà la fiducia. L'accordo con le minoranze del Pd è che esse votino assieme alla maggioranza contro tali pregiudiziali, che bloccherebbero il proseguimento dell'esame. Un'eventualità, quest'ultima, che non è l'obiettivo della sinistra del Pd, che vuole invece modificare il ddl. Certamente alcuni deputati Dem non si atteranno all'accordo, ma non dovrebbero risultare determinanti.
 
Il governo tenta la prova di forza
La decisione di non ricorrere alla fiducia è una prova di forza da parte del governo, che uscirebbe più forte in caso di bocciatura delle pregiudiziali. Se poi i voti pro-Italicum dovessero essere superiori a quelli della maggioranza, tutto il percorso diverrebbe in discesa, anche sugli emendamenti che verranno votati la prossima settimana.

Le polemiche 
Il clima rimane teso. Fuori dal parlamento Corrado Passera si è imbavagliato contro la riforma, mentre Luigi Di Maio (M5S), vicepresidente della Camera, ha dato dei "miserabili" ai deputati della minoranza del Pd che, a suo dire, penserebbero solo "alle poltrone". Renzi ha richiamato all’unità i suoi con una lettera ai segretari dei circoli del Pd in cui ha attaccato la minoranza Dem: "Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Pd come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno", perciò nel voto sull'Italicum "c'è in ballo soprattutto la dignità del nostro partito", ha scritto. Parole che hanno irritato la minoranza Pd. In un documento Sinistradem, la componente di Gianni Cuperlo, ha definito "offensive" e "false" queste affermazioni e ha rilanciato una "mediazione": rinviare l'approvazione dell'Italicum a dopo quella della riforma costituzionale del Senato, cambiando profondamente quest'ultima. Il silenzio è stata la risposta. A cui è seguito un monito di Enrico Letta: " È nella responsabilità e nell'interesse di Renzi evitare le macerie. Se non lo fa, non mi sembra una gran vittoria".