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POLITICA

La manifestazione a Roma

Camusso a Renzi: "Ossessionati dal numero 80? Noi dalle percentuali della disoccupazione"

Secondo la Cgil almeno 1 milione di persone in piazza contro le politiche sul lavoro del governo. Il segretario generale dal palco: "Noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro" e promette: "Continueremo, anche con lo sciopero generale". Sull'art. 18: "Non è un totem ideologico, va esteo non abolito"

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Roma
"Si sappia a palazzo Chigi e alla Leopolda che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro". Queste le prime parole pronunciate dal palco di San Giovanni da Susanna Camusso nella giornata della manifestazione nazionale contro le politiche sul lavoro del governo Renzi. Il segretario generale della Cgil si rivolge direttamente al presidente del Consiglio: "Siete ossessionati dal numero 80?" (riferendosi al bonus in busta paga ndr) "Noi lo siamo dalle percentuali dell'occupazione". "Vogliamo cambiare davvero questo Paese - prosegue Camusso rivolgendosi a una pizza gremita dove sventolano palloncini rossi e bandiere - Ma il cambiamento è nel volto dei lavoratori che stanno ai presidi, ai cancelli delle fabbriche perchè vogliono difendere il loro lavoro. Il cambiamento è nello sguardo dei lavoratori preoccupati di perdere il lavoro o dei pensionati che non vedono garantito il loro futuro o nelle lacrime di quelle donne licenziate perchè sono diventate mamme".  

"Continueremo anche con lo sciopero generale"
Sul palco risuonano le note di "Nessun dorma" dalla Turandot di Puccini: il messaggio è sempre per il lavoro, dal momento che a intonare l'aria sono stati i 180 lavoratori e lavoratrici dell'orchestra dell'Opera di Roma sulle cui teste pendono i licenziamenti. "La giornata di oggi non è solo una fermata - promette Susanna Camusso - La Cgil è pronta a continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di questo governo anche con lo sciopero generale"

"Matteo stai sereno" 
Dal palco di San Giovanni il numero uno della Cgil torna a parlare della legge di stabilità e manda un messagio al premier Renzi: "Lunedì vedremo il governo sulla legge di stabilità. Vorremmo dire al presidente del Consiglio: stai sereno noi non vogliamo la concertazione, noi vogliamo - spiega Camusso - confronti e contrattazione, risposte e soluzione". Sulla ormai celebre lettera inviata da Bruxelles che bacchetta il governo italiano sullo sforamento del deficit strutturale dell'Italia, poi resa nota da Palazzo Chigi scatenando l'ira di Barroso, la leader della Cgil dichiara: "Non va bene che il presidente del Consiglio dice in Europa quello che non fa in Italia. Non si cambia l'Europa se non c'è cambiamento radicale dei trattati - aggiunge - Non si deve contrattare lo 0,3, bisogna tornare alla carta di Nizza". 

"Art. 18 non è un totem ideologico"
La leader della Cgil torna a parlare dell'articolo 18: "Non si può pensare che sia un totem ideologico" spiega precisando che "lo statuto dei lavoratori difende la libertà dei lavoratori, il suo essere cittadino. Sono tutele concrete non ideologie" perchè questa norma "E' un diritto che ci sta e deve essere esteso a chi non ce l'ha". "Lo Stato - conclude Camusso - ci ha dato solo disoccupazione e impoverimento, allora noi pensiamo che non c'è uscita dalla crisi se non si fa una riforma del lavoro, un buon lavoro".