Il Papa all'Ue: questa famiglia di popoli sembra sentire meno proprie le mura della casa comune
Per la cerimonia sono presenti in Vaticano i vertici dell'Ue e numerose autorità
"Sogno un'Europa in cui essere migrante non sia delitto". Così Papa Francesco ha concluso il suo lungo discorso, in italiano, ai vertici dell'Unione europea, in occasione della consegna a Francesco del premio Carlo Magno. Premio che gli è stato assegnato per il "Suo straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori".
Questa "famiglia di popoli", che per Francesco "lodevolmente è diventata nel frattempo più ampia, in tempi recenti sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall'illuminato progetto architettato dai Padri. Quell'atmosfera di novità, quell'ardente desiderio di costruire l'unità paiono sempre più spenti; noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile e pensando di costruire recinti particolari". Tuttavia, Francesco si è detto "convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all'anima dell'Europa e che anche le difficoltà possono diventare promotrici potenti di unità".
Nella sala regia del Palazzo Apostolico presenti Schulz, Tusk, Juncker, Merkel, Renzi, il re di Spagna Felipe VI. E il presidente della Bce Draghi.